Harold Pinter in Giappone

Harold Pinter in Giappone

Nel paese del Sol Levante le opere di Harold Pinter vengono rappresentate molto raramente.

Sarà forse per il suo essere così “pinteresque”, per quella sua peculiarità di raffigurare l’esistenza umana attraverso dialoghi carichi di silenzi e di ambiguità che possono disorientare e preoccupare lo spettatore giapponese poco abituato al “teatro dell’assurdo”.

Ma si sa, il fascino di Pinter è irresistibile.  A qualsiasi latitudine.

E così Shintaro Mori – giovane e promettente regista nipponico famoso per avere rappresentato nel suo Paese  “Aspettando Godot” di Samuel Beckett e “Edoardo II” di Christopher Marlowe – porta in scena a Tokyo “Il Custode”, scritto dal drammaturgo britannico nel 1959.

Sino al 17 dicembre, il palcoscenico del Setagaya Public Theatre – diretto da Kyogen Mansai Nomura con un approccio teso alla fusione tra le arti performative giapponesi classiche e il teatro contemporaneo – diventerà quel piccolo tugurio pieno di inutili cianfrusaglie, spifferi e infiltrazioni d’acqua piovana dove si snodano le vicende dei tre improbabili personaggi di una delle opere più acclamate di Harold Pinter: due giovani fratelli, di cui uno psicolabile perseguitato dal ricordo di un soggiorno in manicomio dove subiva l’elettroshock, e di un barbone che cerca di sistemarsi in quella loro piccola casa nella zona ovest di Londra.

Nei panni di uno dei due fratelli il regista ha scelto il giovane attore Junpei Mizobata – famoso per aver interpretato numerose “dorama” (fiction televisive di grande successo) e per i live action dedicati a Detective Conan, uno dei più famosi manga – che in una recente intervista a “The Japan Times” ha dichiarato di essere entusiasta di recitare in questo ruolo, pur ammettendo la sua iniziale perplessità ad interpretare quest’opera del “teatro dell’assurdo”, un genere che raramente viene rappresentato nel suo Paese.

Curiosi di sapere come si scrive Harold Pinter in giapponese?

Eccovi accontentati: ハロルド・ピンター

 

Cover photo: Junpei Mizobata, Yoichi Nukumizu and Shugo Oshinari. | © SHINJI HOSONO via www.japantimes.co.jp

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