Quando Quentin Crisp ispirò Pinter

Quando Quentin Crisp ispirò Pinter

 

“Non si può mai essere sicuri di queste produzioni universitarie, la qualità varia sensibilmente…

ma questo giovane autore ha c’entrato l’obiettivo”.

Così scriveva il Bristol Evening World nel maggio 1957 all’indomani della messa in scena de “La Stanza”,  la prima opera teatrale di Harold Pinter.

Fu il suo caro amico Henry Woolf, che doveva presentare una produzione teatrale per la sua specializzazione al corso di laurea in regia, a chiedere ad Harold di scrivere una commedia. Gli inviò una lettera nell’autunno del 1956, quando Pinter era nel bel mezzo di una stagione teatrale a Torquay e si era appena sposato con l’attrice Vivien Merchant.

Pinter gli rispose che per una cosa del genere non gli sarebbero bastati sei mesi. In realtà le cose andarono diversamente e Pinter in quattro pomeriggi – Woolf ancora oggi sostiene in due – scrisse il suo primo capolavoro!

L’anziana coppia protagonista della piece, Rose e Bert, vive un’ordinaria esistenza in una piccola stanza di un palazzo di periferia.

Harold Pinter The Room
La prima rappresentazione de “La Stanza” nel 1957

Lei si preoccupa per lui, gli prepara la colazione, lo aspetta al rientro dal lavoro con una cioccolata calda. Una vita apparentemente felice la loro, in un luogo caldo, intimo e sicuro. Molto diverso da quell’umido scantinato che ammala l’esistenza di chi ci vive. Già… ma chi può abitare in quel luogo tetro e pauroso? Rose non conosce nessuno, ignora con angoscia che cosa esista all’esterno del guscio che si è costruita Eppure c’è una persona, in quello scantinato, che vuole vederla. E così l’estraneo, un vecchio uomo di colore cieco, entra nella loro confortevole stanza portando a Rose un messaggio: il di lei padre vuole che torni a casa. E il passato riemerge…

Ma come è nata questa prima opera che ha già in se tutti gli elementi delle grandi commedie del drammaturgo inglese?

Pinter ha sempre detto di vedere prima un’immagine e poi di trovarsi a pensare alle persone, alle loro esistenze, al loro carattere: “entrai in una stanza e vidi una persona in piedi e una persona seduta, e qualche settimana dopo scrissi La Stanza”

In che stanza era entrato Pinter?

Leggenda narra che la sua prima commedia vide i germogli grazie ad un incontro fortuito avvenuto nell’estate del 1955.

All’epoca Harold si trovava a Colchester per una rappresentazione teatrale e fu invitato ad una festa domenicale a Londra, in Beaufort Street, da una sua amica, l’attrice Veronica Nugent.

“Vieni, ti voglio far conoscere la persona che abita al piano di sopra”.

Suonarono e un piccolo uomo a piedi nudi, con i vestiti svolazzanti e un inconsueto colore di capelli, aprì loro la porta. Davanti ad una tazza di te cominciarono a parlare di filosofia, metafisica, letteratura, del tempo, di tessuti e vasellami.

Di tanto in tanto il piccolo uomo si alzava e preparava, ballando, uovo e pancetta che serviva ad un grosso uomo con un cappello in testa intento a leggere un fumetto senza proferire parola.

“Non dimenticherò mai quello che ho visto”, disse incredulo il giovane Pinter alla sua amica chiedendole chi fossero quel curioso piccolo uomo.

Era Quentin Crisp, il controverso scrittore, attore e autore satirico britannico, diventato un’icona gay negli anni ’70 dopo la pubblicazione del suo memoriale, “The Naked Civil Servant”, in cui descrisse la sua vita nell’omofobica British Society.

Personaggio eccentrico che amava truccarsi, dipingersi le unghie di mani e piedi e tingersi i capelli in tutte le sfumature di rosso, Crisp visse in quella casa dove Pinter lo conobbe per quarant’anni, senza mai rassettarla perché, come scrisse nelle sue memorie, “la polvere non peggiora più dopo i primi quattro anni”.

Molti anni dopo Pinter incontrò nuovamente Crisp e gli confidò che fu proprio lui, piccolo ometto, a ispirargli la sua prima opera teatrale.

“La Stanza” fu scritta due anni dopo.

La scena iniziale è ambientata in una cucina. Bert, un omone, è seduto al tavolo, ha un berretto in testa e una rivista aperta davanti a lui. Rose è ai fornelli, mette uova e pancetta su un piatto e lo porta a Bert.

 

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