I “Vecchi tempi” di Harold e Liv (Ullmann)

I “Vecchi tempi” di Harold e Liv (Ullmann)

Ha festeggiato due mesi fa il suo ottantesimo compleanno e non bastano poche righe per descrivere una leggenda del cinema come Liv Ullmann.

“Il mio stradivari” la definiva Ingmar Bergman che ne fece la sua musa vedendola recitare sul palcoscenico “Casa di bambola” di Henrik Ibsen.

Un sodalizio, quello tra la Ingmar e Liv, tra i più incredibili della storia del cinema iniziato nel 1966 con il film “Persona” e proseguito con pellicole quali “Sussurri e grida”, “Scene da un matrimonio” “L’immagine allo specchio” (che valse alla Ullmann la seconda candidatura all’Oscar), “L’uovo del serpente”, “Sinfonia d’autunno”, “Sarabanda”. Cinque anni d’amore, una figlia e una complicità durata per quarant’anni e finita con la scomparsa del regista nel 2007.

Non solo Bergman. La Ullmann lavora per altri importanti registi come Terence Young, Jan Troell, Juan Luis Buñuel Mario Monicelli in “Speriamo che sia femmina” e Mauro Bolognini in “Mosca addio” e “Gli indifferenti” e si dedica anche alla regia con un notevole successo.

Un immenso e poliedrico talento, quello di Liv, che sin da ragazza è attratta dalla pittura, dalla poesia e, soprattutto, dal teatro: dopo l’esclusione dall’accademia teatrale di Oslo, entra nella compagnia di un piccolo teatro di provincia, il Rogaland Teater di Stavanger per poi iniziare a recitare in ruoli importanti, come Ofelia nell’”Amleto” di Shakespeare e Margarete nel “Faust” di Goethe per il Teatro Nazionale di Oslo. Non smette mai di lavorare in teatro, sia come attrice che come regista, ottenendo grandi successi di pubblico e critica.

Nel 2005 Liv è in scena all’ Haymarket Theater di Londra, diretta da David Jones, in una delle opere più rappresentate di Harold Pinter: “Vecchi tempi”. Interpreta Anna che, dopo vent’anni, s’insinua nel matrimonio della sua cara amica Kate (Nicola Pagett) e del marito Deeley interpretato da Michael Gambon che Harold Pinter sostituirà nella tournée americana che debuttò lo stesso anno a Los Angeles.

La Ullmann non si era mai cimentata con Pinter ma la sua presenza in scena fu “superba”, come disse David Jones.

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