A pochi giorni dalla scomparsa di Philip Roth, Lady Antonia Fraser ricorda con un articolo apparso su “The Time” l’amicizia tra Harold Pinter e il compianto scrittore americano autore di romanzi quali “Pastorale Americana e “Lamento di Portnoy”.
Un “periodo magico” lo definisce la vedova di Pinter.
Erano gli Anni ’70 e Harold Pinter era stato chiamato a dirigere “Gli Innocenti”, una piece teatrale tratta dal racconto di Henry James “Il giro di vite” con protagonista Claire Bloom, la grande attrice teatrale e cinematografica britannica.
In quel periodo Philip Roth soggiornava spesso a Londra per stare accanto a Claire che successivamente, nel 1990, sarebbe diventata la sua seconda moglie dopo quattordici anni di fidanzamento. Roth se ne innamorò pazzamente nel lontano 1952 dopo averla vista recitare in “Luci della Ribalta” accanto al grande Charlie Chaplin.
Il loro matrimonio durò solo quattro anni e lasciò parecchi strascichi soprattutto a seguito della pubblicazione da parte della Bloom di un’autobiografia dissacrante nei confronti dell’ex marito.
Ma quegli anni furono per Roth e Bloom felici. Lui assisteva alle prove teatrali di lei, le faceva ripetere i copioni e pranzavano sempre con Harold Pinter e Antonia Fraser a Notting Hill.
Lady Antonia ricorda che stare in loro compagnia era un grande divertimento e che Claire era “la vera star”. Perché oltre ad essere molto bella era anche intelligente e colta (Roth amava ripetere che lei conosceva più romanzi inglesi dell’Ottocento di chiunque).
E Philip e Harold? La Fraser racconta come avessero molto in comune, a partire dal fatto ovvio che erano entrambi scrittori ed entrambi ebrei pur pensandola in maniera molto differente riguardo ad Israele. Le loro conversazioni erano molto animate ma mai nessuna discussione mise in crisi la loro amicizia.
Il calore di quegli incontri londinesi, un vero calore come ricorda Lady Antonia, durò nel tempo: Harold andò a New York quando Philip ebbe problemi di salute e Philip scrisse ad Harold parole affettuose e generose in occasione del conferimento del premio Nobel al drammaturgo e la “preziosa” lettera che Roth le inviò nel 2008 quando Pinter scomparse.
“Così adesso, che anche Philip non c’è più, guarderò indietro e penserò a noi quattro che ridevamo sempre”.
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