In ricordo di Michael Anderson

In ricordo di Michael Anderson

Se n’è andato pochi giorni fa, alla veneranda età di novantotto anni, il regista britannico Michael Anderson.

Conosciuto ai più soprattutto per “Il giro del mondo in 80 giorni” – il celebre film tratto dall’omonimo libro di Jules Verne che nel 1956 ottenne cinque Premi Oscar – Anderson cominciò la sua carriera cinematografica negli Anni ’30 come fattorino negli Elstree Studios di Londra dove nacque nel 1920.

Arruolato con i Royal Royal Signals Corps durante la Seconda guerra mondiale, conobbe  il grande Peter Ustinov con cui lavorò come assistente alla regia in School of Secrets (1946) e Vice Versa (1948) e come coregista e cosceneggiatore in “Private Angel” (1949).

Nel 1955 ottenne un discreto successo con il film di guerra “I guastatori delle dighe” tanto che l’anno seguente fu chiamato dal produttore Mike Todd per dirigere il famoso sopracitato film incentrato sulle avventure del londinese Phileas Fogg e del suo cameriere francese Passepartout che tentano di circumnavigare il mondo in 80 giorni, per vincere una scommessa di 20.000 sterline.

Negli anni successivi, Anderson si dedicò soprattutto alla realizzazione di thriller e pellicole d’azione come “Acqua alla gola”, “I Giganti del mare” e “Il dubbio” (1961), il giallo psicologico di impronta hitchcockiana interpretato da  Gary Cooper alla sua ultima apparizione in un film.

E’ del 1966 una piccola perla di Anderson, il poco conosciuto thriller di spionaggio “Quiller Memorandum”, l’adattamento cinematografico del romanzo “Berlin Memorandum” di Adam Hall scritto dal nostro Harold Pinter e interpretato da Senta Berger, Alec Guinness, George Segal e Max Von Sydow.

The Quiller Memorandum Harold Pinter

Il film – la vicenda di un agente segreto inviato a Berlino per investigare sull’uccisione di due agenti britannici ad opera di una misteriosa organizzazione neonazista che opera in Germania Ovest – poco ha a che vedere con i thriller di spionaggio alla James Bond e, grazie alla sceneggiatura di Pinter, la pellicola diventa anche un’interessante e profonda riflessione  sulla condizione umana.

Non era la prima volta che la vita di Harold Pinter si incrociava con quella di Michael Anderson.

Era il 1962 e un già famoso Dirk Bogarde venne a sapere che un giovane Harold Pinter aveva scritto la sceneggiatura de “Il Servo” dall’omonimo romanzo di Robin Maugham. Il film era già stato commissionato a Michael Anderson ma una telefonata di Bogarde al grande regista Joseph Losey cambiò il corso della storia. Almeno quella di Harold.

Losey acquistò i diritti da Anderson e cominciò a lavorare con Pinter a quello che sarebbe diventato un indiscusso capolavoro.

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