Il riconoscimento – istituito nel 2009 in memoria di Harold Pinter e vinto da scrittori come Margaret Atwood, Salman Rushdie e Tom Stoppard – viene ogni anno attribuito ad uno scrittore inglese, irlandese o facente parte del Commonwealth che, come ebbe a dire Harold nel suo speech di accettazione del Nobel, “lancia un inconfondibile sguardo sul mondo e mostra una feroce determinazione intellettuale… per definire la verità reale delle nostre vite e delle nostre società”.
Nella motivazione, la giuria definisci la scrittrice “sofisticata oltre ogni limite nella sua comprensione del genere, della razza e della disuguaglianza globale, ci guida attraverso le porte girevoli della politica dell’identità, liberandoci tutti”.
Chimamanda Ngozi Adichie è nata ad Abba, in Nigeria, nel 1977 ed è cresciuta nella città universitaria di Nsukka per poi proseguire gli studi negli Stati Uniti. Vincitrice di importanti premi con “L’ibisco viola” (Commonwealth Writers’ Prize for Best First Book 2005) e con “Metà di un sole giallo” (l’Orange Broadband Prize 2007 e il Premio internazionale Nonino 2009), con il suo terzo romanzo “Americanah” ha conquistato la critica aggiudicandosi il National Book Critics Circle Award 2013 e giungendo tra le finaliste del Baileys Women’s Prize for Fiction 2014. Nel 2017 ha pubblicato “Cara Ijeawele. Quindici consigli per crescere una figlia femminista”.
Antonia Fraser, vedova di Harold Pinter, si è detta felice dell’attribuzione del riconoscimento a Adichie e ha sottolineato come la scrittrice incarni “quelle qualità di coraggio e di schiettezza che Harold Pinter ha molto ammirato”.
“Ho sempre ammirato il talento di Harold Pinter, il suo coraggio, la sua lucida dedizione nel dire la sua verità, e sono onorato di ricevere un premio nel suo nome”, ha dichiarato Adichie che riceverà il premio il 9 ottobre a Londra.
E, come da tradizione, quella stessa sera, la scrittrice annuncerà il vincitore dell’ “International Writer of Courage 2018” che sarà scelto dalla giuria del Pinter Prize e dalla stessa Adichie e che andrà ad uno scrittore internazionale che difende la libertà di espressione spesso rischiando la propria incolumità.
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