Il poeta e drammaturgo britannico Lemn Sissay ha vinto il prestigioso PEN Pinter 2019.
Il riconoscimento – istituito nel 2009 in memoria di Pinter e vinto da scrittori come Margaret Atwood, Salman Rushdie e Tom Stoppard – viene ogni anno attribuito ad uno scrittore inglese, irlandese o facente parte del Commonwealth che, come ebbe a dire Harold nel suo speech di accettazione del Nobel, “lancia un inconfondibile sguardo sul mondo e mostra una feroce determinazione intellettuale… per definire la verità reale delle nostre vite e delle nostre società”.
Così la giuria ha motivato l’assegnazione del premio: “In ogni sua opera, Lemn Sissay ritorna in quel mondo tenebroso che ha abitato in quanto bambino abbandonato. Dalla sua sofferenza forgia parole bellissime e mille motivi per cui vivere e amare.”
Di origini etiopi, nato nel 1967, Sissay ha avuto un’infanzia e un’adolescenza difficili, segnate da violenze e maltrattamenti: strappato dalla madre a soli due mesi, viene dato in adozione ad una famiglia che, dopo dodici anni, lo abbandona in un istituto. Dopo anni “a carico dello Stato” (come ironicamente dice lui stesso) e una lunga ricerca per conoscere la sua vera madre, che incontrerà a 21 anni, Sissay pubblica il suo primo libro di poesie nel 1988 a cui ne seguiranno altri quattro. Da anni lavora per la BBC, per la quale ha realizzato una serie di documentari, e ha appena terminato di scrivere “My Name Is Why”, la storia della sua vita.
Ricordando Pinter, Sissay ha detto: “Incontrai Harold Pinter quando avevo 36 anni. Eravamo al The Royal Court. Ero troppo intimidito e impacciato per parlare con lui. E così lo faccio adesso: grazie!”