Il silenzio corre sul filo

Il silenzio corre sul filo

Un telefono che squilla nel cuore della notte. Un uomo che non risponde. Un telefono che continua a squillare.

Può sembrare l’incipit di uno dei più classici film horror. Ma non è così.

E’ l’inizio di “Problema”, una breve prosa scritta da Harold Pinter nel 1976 in cui il potere evocativo di una voce senza volte o, peggio ancora, di una telefonata senza voce è la miccia che accende le inquietudini di un uomo.

Perché nel cinema, come nel teatro, il telefono è molto di più di un semplice elemento di scena. E’ sogno ed è incubo, è speranza e inquietudine. E’ il disorientamento dell’uomo di fronte ad un messaggio che arriva da un altrove sconosciuto o dai fantasmi del passato.

Come quei memorabili venti e più squilli che in “C’era una volta in America” di Sergio Leone fanno affiorare dalle nebbie del passato di Noodles (Robert de Niro) gli spettri del rimorso…

Un Pinter poco conosciuto da leggere tutto d’un fiato!

 

Problema

Suona il telefono. Lo ignoro. Persiste. Non sono uno sciocco. Il mio stratagemma è semplice. Alzo il ricevitore del secondo apparecchio. Non dico niente. Silenzio anche dalla sua parte. Lui rimette giù il ricevitore. Notevole gracchio. Qualcuno sta cercando di formare un numero.

Dopo aver sistemato le mie cose decido di fare una telefonata. Alzo il ricevitore. Muto. In questa zona, alla minima segnalazione, i tecnici arrivano di corsa, puntuali a porre rimedio. Ma in questo caso il problema è palpabile. Non posso telefonare per avvertire del guasto, il guasto è così vasto, è così definitivo da impedire, senza uno spiraglio di speranza, aiuto.

Telefono muto. Notte profonda.

Spina staccata? Ricevitore al secondo apparecchio appoggiato male? Vado a investigare. Il ricevitore del secondo apparecchio al suo posto, adagiato con una certa indolenza, sull’apparecchio. Sono perplesso. Ma c’è dell’altro. Prendo una sedia e mi siedo perplesso.

Perplesso. Telefono muto. Notte profonda.

Suona.

Lascio lo studio, vado in una cabina telefonica e faccio il numero del mio appartamento. Numero occupato.

Qualcuno mi vuole ammazzare.

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