Un insospettabile Harold Pinter

Un insospettabile Harold Pinter

Il 3 aprile 2003 il settimanale americano Variety annunciò che Harold Pinter avrebbe scritto la sceneggiatura del remake di “Sleuth”, il film del 1972 – tratto dalla pièce teatrale di Anthony Shaffer – diretto da Joseph L. Mankiewicz e interpretato da Laurence Olivier e Michael Caine.

La pellicola uscì nelle sale nel 2007 per la regia di Kenneth Branagh e con protagonisti lo stesso Michael Cane, nella parte che fu di Laurence Olivier, Jude Law in quella dell’allora quarantenne attore britannico e Harold Pinter in un cameo.

Ma, come disse lo stesso Caine, non si trattò di un remake: “… la sceneggiatura di Harold Pinter ci portava in un’altra direzione, verso una pellicola completamente diversa e Pinter non ha mai visto il film originale e quindi non c’è una sola riga della sceneggiatura che riprenda quella del 1972. Altrimenti sarebbe stato come rubare la trama e il titolo”.

E, infatti, nell’adattamento del 2007 – presentato in concorso alla 64° edizione della Mostra del Cinema di Venezia – si ritrova tutto il teatro di Harold Pinter: il film si svolge in una casa, protagonisti due uomini che combattono psicologicamente e fisicamente per una donna, un fantasma che aleggia, che mai appare e che diventa l’invisibile protagonista della storia.

Harold Pinter, Michael Cane, Jude Law, Kenneth Branagh

Una storia apparentemente lineare.

Andrew Wyke è un maturo ed egocentrico autore di gialli di successo.  Milo Tindle, un ragazzo di bell’aspetto di origini italiane che tenta di sfondare nel mondo del cinema, è il compagno della ex-moglie di Andrew.

Il giovane vuole convincere lo scrittore a firmare le carte per rendere effettivo il divorzio.

E così Andrew invita Milo nella sua villa – antica all’esterno, moderna e super tecnologica all’interno, un mondo blindato fatto di telecamere e scale senza via di uscita –  e contrattacca facendogli una proposta: rubare i gioielli della moglie. Lui avrebbe intascato i soldi dell’assicurazione e l’aitante giovane avrebbe potuto, rivendendoli, vivere di rendita insieme all’amata.

Non è che l’inizio di una partita a due e l’iniziale civile conversazione si trasforma pian piano in una contesa in cui la posta in gioco viene dimenticata per trasformarsi in uno scontro tra classi sociali diverse, tra due mondi maschili egocentrici ed egoistici, un pericoloso gioco sottile e perverso dove cacciatore e preda si scambieranno spesso di ruolo per finire con il predominio del più forte.

Nonostante ai tempi sia stato snobbato dalla critica e accolto non benissimo dal pubblico, noi consigliamo di vederlo. Perché è un film ancora attuale in cui Pinter riesce a mantenere sempre alta la tensione, a dosare con sapienza il senso di inquietudine e di angoscia che pervade le sue opere con il suo disarmante umorismo tipicamente british.

E perché Kenneth Branagh è riuscito, ancora una volta, ha mostrare la grandezza del teatro sul grande schermo.

Ph Pinterest

 

 

 

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