Pinter in rima

Pinter in rima

Harold fu un poeta precoce. Cominciò a scrivere in versi all’età di 12 anni.

La sua prima poesia fu pubblicata nel 1947 dalla rivista della sua scuola, la Hackney Downs.

Tre anni dopo la rivista Poetry London, fondata tra gli altri da Dylan Thomas nel 1939, pubblica due poesie – “New Year in the Midlands” and “Chandeliers and Shadows” – di uno sconosciuto scrittore, un certo Harold Pinta. No, Pinta non è un refuso ma lo pseudonimo che Harold usò per il suo debutto letterario.

Tanto sono note le sue commedie, quanto pochi conoscono la produzione poetica del Premio Nobel. Eppure la poesia fu il suo primo amore, un amore che lo accompagnerà sino alla fine dei suoi giorni. Così, come lo fu per il suo grande amico, Samuel Beckett.

Nel 1951 Pinter si unisce a una compagnia teatrale e gira l’Irlanda recitando Shakespeare nei panni di Macbeth con lo pseudonimo di David Barron. E’ il suo esordio teatrale. Affascinato dalla terra di Beckett, continua a scrivere poesie: in “Le isole di Aran viste dalle falde di Moher” esalta in cinque versetti la magnifica costa e i miti legati a quella zona, così come in “Poem” immagina una passeggiata mattutina con la moglie nell’idilliaco paesaggio rurale irlandese.

Gli anni scorrono, Pinter continua a scrivere poesie. E il lirismo del “periodo irlandese”, spesso ispirato alla poetica di Yeats, lascia spazio a componimenti che cristallizzano momenti significativi della sua vita, come “Parigi” (1975) che canta l’inizio della sua relazione con Antonia Fraser o “Ghost” (1983) composta in memoria della prima moglie Vivien Merchant.

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Agli inizi degli Anni ’90 esplode l’antibellicismo di Harold Pinter.

Il suo impegno civile si riflette anche nelle sue poesie: nel 1991 compone “American Football. Una riflessione sulla Guerra del Golfo”, un’invettiva contro le politiche di Bush e Blair che l’Indipendent, The Observer and The Guardian si rifiutarono di pubblicare. Impegno pacifista che continuò in rima con la raccolta “War”, pubblicato nel 2003, che vinse il premio Wilfred Owen nel 2004.

Quella dell’Iraq non è l’unica guerra che Harold Pinter affronta nelle sue poesie. Alle battaglie civili e politiche se ne affianca una personale e il tema dei suoi versi si fa privato e allo stesso tempo universale: il rapporto con la grave malattia con cui sta combattendo. Nel 2002 compone – e affida a The Guardian per la pubblicazione – “Cancer Cells”. Gioca ancora con le parole, Pinter, in una poesia scritta con uno stile semplice ma capace di rendere al meglio la drammaticità di quello che sta vivendo. 

Nel 2005, in un’intervista rilasciata alla BBC, Pinter annunciò pubblicamente che avrebbe smesso di scrivere piece e che avrebbe dedicato la sua vita a comporre poesie.

Le sue opere più incantevoli e affascinanti, intense nello stile e nel linguaggio, rimangono le poesie d’amore. Quelle dedicate alla moglie Lady Antonia Fraser. Eterna presenza.

Ph www.theguardian.com

 Poesia (TO A), Harold Pinter, 2007

Mi mancherai quando sarò morto,
Il più adorabile dei sorrisi,
La morbidezza del tuo corpo nel nostro letto.
Mia eterna sposa,
Ricorda che quando sarò morto,
Sarai per sempre viva nel mio cuore e nei miei pensieri.

In occasione della Pinter Week, il 10 ottobre – anniversario della nascita di Harold Pinter – al termine della prima nazionale di Landscape, verranno lette alcune poesie del premio Nobel per la Letteratura.

Pinter Week | Milano, Teatro Out Off | dal 10 al 15 ottobre
Per info: A World with a View

Photo cover www.newsweek.com

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