Assolutamente da vedere. O rivedere.
Era il 1982 quando l’AIDA – Associazione internazionale per la difesa degli artisti vittime di persecuzioni politiche – contattò diversi intellettuali chiedendo loro di partecipare ad un progetto di solidarietà in favore del drammaturgo e dissidente cecoslovacco, Vaclav Havel, da tenersi in occasione del Festival Teatrale di Avignone.
Bandito dal teatro nel 1968 sull’onda della repressione seguita alla fine della Primavera di Praga, Vaclav Havel era rinchiuso nelle prigioni di Praga dal 1979 con altri 15 membri del VONS, un comitato in difesa di quanti venivano ingiustamente perseguitati dal regime comunista.
Samuel Beckett decise di aderire all’iniziativa e di contribuire con una piéce scritta per l’occasione. Nacque così l’opera per il teatro “Catastrophe”. Un atto unico dove Beckett sceglie il mondo del teatro e le sue gerarchie come metafora del potere, della violenza del totalitarismo e della lotta per opporsi.
Passano gli anni e nel 2000 Harold Pinter viene diretto dal regista americano David Mamet nell’adattamento televisivo di quell’opera del suo grande amico Samuel Beckett, opera che definì un “esempio insuperabile di teatro politico”.
Un potentissimo cortometraggio, poco meno di 6 minuti, in cui Pinter interpreta D (Director) un autoritario regista (D) che, insieme alla sua remissiva assistente A (Assistant), prepara P (Protagonist), un vecchio attore inerte, per la scena finale di un dramma teatrale. Nel cast anche l’attrice inglese di origine americana Rebecca Pidgeon e il grande attore britannico Sir Arthur John Gielgud alla sua ultima apparizione su un palcoscenico.