Nel 1990 Harold Pinter adattò per il cinema il romanzo “The Handmaid’s Tale”, conosciuto in Italia con “Il racconto dell’ancella”, che la scrittrice canadese Margaret Atwood scrisse cinque anni prima.
Ne nacque un film diretto dal regista Volker Schlöndorff – più noto per il “Tamburo di latta” – con Natasha Richardson nel ruolo della protagonista e con altri celebri attori come Faye Dunaway, Aidan Quinn, Elizabeth McGovern e Robert Duvall.
A quasi trent’anni di distanza, un nuovo adattamento del celebre romanzo ha debuttato sul servizio di streaming americano Hulu ottenendo un notevole successo di pubblico e critica e facendo ancora una volta discutere come già avvenne ai tempi dell’uscita del libro quando trovò una certa resistenza per i temi trattati, primo fra tutti quello della sottomissione della donna.
“Il racconto dell’ancella” è ambientato in un futuro dispotico nel quale gli Stati Uniti, dopo un’apocalisse, sono diventati un regime totalitario. Nell’immaginaria Repubblica di Gilead, le Ancelle sono donne fertili private della loro libertà e rese dei semplici strumenti per la riproduzione.
Nata a Ottawa nel 1939, da sempre attiva nella difesa dei diritti delle donne e ambientalista convinta, la Atwood è un’autrice prolifica e poliedrica che ha esplorato la scrittura in tutte le declinazioni, passando dai romanzi ai racconti, dalle raccolte poetiche ai libri per bambini, dalle sceneggiature per radio e televisione, ai saggi di impegno politico ed etico.
Più volte candidata al Premio Nobel, ha ricevuto numerosi premi tra cui, nel 2016, il PEN Pinter Prize per essere una coerente sostenitrice di cause politiche, un’intellettuale esemplare che non si limita a lottare per i suoi principi ma li mette alla prova, romanzo dopo romanzo.
Harold Pinter ammirava Margaret Atwood come persona, come scrittrice, come attivista… tuttavia non apprezzò i tagli e le modifiche che l’autrice apportò alla sua sceneggiatura durante le riprese del film del 1990, tanto da dichiarare la sua lontananza dal progetto.